Casertana, sbandata con la Lupa Frascati: D'Agostino s'infuria, riflettendo sul da farsi. Col Pomezia obiettivo ripartire

17.10.2022 13:35 di  Antonio Papale   vedi letture
Gianluca Turchetta
Gianluca Turchetta
© foto di Giuseppe Scialla

Nel pomeriggio di ieri, brutta sconfitta interna per la Casertana, apparsa veramente la brutta copia di quella vista solo sette giorni prima a Monterotondo, contro una Lupa Frascati che ha meritato il successo, soprattutto nella ripresa. Poi la rabbia di D'Agostino in sala stampa contro tutti per la prestazione minacciando provvedimenti e usando parole forti. Ma come sempre analizziamo i temi lasciati in eredità dalla gara di ieri.

CHE SBANDATA - Quando tutti si aspettavano dai falchetti continuità sotto tutti i punti di vista e maturità, ecco arrivata una brutta sbandata, meritata, vista la prestazione abulica, inconcludente e svogliata, soprattutto nel secondo tempo. E ciò, come si parlerà più avanti, complica le ambizioni di alta classifica.

ATTACCO APATICO - Ieri, il punto debole dei falchetti è stato l'attacco, apparso poco incisivo e apatico, frenato anche dallo schieramento efficace messo in campo dai laziali. La dimostrazione arriva dai pochi pericoli arrivati nella porta di Casagrande, tra l'altro quasi tutti nel primo tempo e da fuori area.

LA PROFEZIA - Quella di Frosali, che pochi giorni prima della gara aveva detto di venire a Caserta per vincere, e così è stato, e tra l'altro con un suo gol in girata sugli sviluppi di un angolo, agevolato anche da una difesa rossoblù che lo ha colpevolmente lasciato libero di colpire. Seguendo corsi e ricorsi della storia dieci anni fa, proprio alla settima giornata finì 1-0 per i laziali. Poi i rossoblù tramite ripescaggio andarono in C. Che fosse di buon auspicio anche stavolta?

LA SFURIATA DI D'AGOSTINO - Al termine della gara, clamorose dichiarazioni di un D'Agostino arrabbiato con tutti per la prestazione, per il risultato e per la classifica, e che ha promesso riflessioni sul futuro (su Parlato a rischio ne parleremo a breve). Ma le parole più pesanti sono state nel momento in cui ha detto che i calciatori meriterebbero, secondo il presidente che ha usato toni dialettici, qualcosa di più pesante dei fischi ("I fischi non sono niente, avrebbero meritato gli schiaffi"). Affermazioni pesanti e che alimenteranno mille discussioni nei prossimi giorni.

PARLATO A RISCHIO? - È una domanda che tutti si sono fatti nel post gara. Sentendo più volte la mini conferenza stampa di D'Agostino sì. È pur vero che chi mette in campo la squadra è lui ed è responsabile di ciò, ma quando si perde le responsabilità sono attribuibili tra tutte le componenti.

ALTALENA ROSSOBLÙ - In sette giorni si è passati dal grande entusiasmo per la bella prestazione di Monterotondo all'insipida e insulsa prestazione di ieri, in un'altalena di risultati che si certo non porta a quella continuità necessaria per far vincere i campionati.

I FISCHI - Al di là delle pesanti dichiarazioni di D'Agostino, quello che ha fatto scalpore sono stati i fischi dei tifosi all'indirizzo dei falchetti al fischio finale. Fischi meritati per quanto visto, e che dimostrano la delusione di un popolo tradito dalla propria amata per l'ennesima volta. 

CLASSIFICA COMPLESSA - E con la sconfitta di ieri, il discorso classifica si complica maledettamente anche alla luce del trionfo del Sorrento sul Pomezia. Un meno cinque che va rimarginato quanto prima anche per non deprimere l'ambiente.

COL POMEZIA PER RIPARTIRE - Ora, in casa rossoblù, bisogna subito dimenticare quanto accaduto ieri e ripartire con la trasferta che bisogna affrontare come quella di Monterotondo e come fosse la finale di Champions League, perché se affrontata come la trasferta di Cassino e la gara di ieri, può regalare altre cattive sorprese. Per cui concentrazione, orgoglio, dignità e attaccamento alla maglia sono le armi da usare per tornare a casa vincitori.