Juve Stabia-Casertana ricordando Catello Mari, Campilongo: "Ragazzo straordinario e giocatore fantastico"

Il tecnico lo lanciò nel 2004
02.10.2015 10:10 di  TC Redazione   vedi letture
Catello Mari
Catello Mari
© foto di Tuttocasertana.it

Come riportato questa mattina dal quotidiano 'Il Mattino', Juve Stabia-Casertana di domani sarà anche l'occasione per ricordare Catello Mari. Di seguito l'intervista di Armando Serpe al tecnico Salvatore Campilongo che lanciò lo sfortunato difensore nel mondo del calcio.

La Casertana fu il suo trampolino nel mondo del calcio. Due anni vissuti tra mille problemi, ma con grande intensità e professionalità. Il ricordo di Catello Mari è vivo nelle mente dei tifosi, di chi lo ha conosciuto, di chi gli ha voluto bene apprezzandolo come uomo prima e come calciatore poi. Angri e Turris nel 2001 furono una parentesi per lui, giovanissimo ma già pronto per una grande piazza. E allora trovò a Caserta il direttore sportivo Salvatore Campilongo poi catapultato in panchina dal presidente Trucco. Fu amore a prima vista perché da quel momento i due furono inseparabili fino a quella maledetta notte del 16 aprile 2006 quando sul raccordo che unisce Castellammare a Cava de’ Tirreni, il difensore perse la vita in un drammatico incidente stradale. Domani Juve Stabia e Casertana saranno legate anche dal ricordo di un ragazzo (stabiese doc) volato via troppo presto. «In tutti questi anni - ha dichiarato con gli occhi lucidi Salvatore Campilongo - non c'è stata un'occasione in cui non ho ricordato Catello. Ho un grandissimo rapporto con il papà che nacque all’epoca della Casertana e ci sentiamo spesso. Sono stato la persona che ha creduto nelle sue qualità. Era un calciatore sprecato per la D e me ne accorsi. Lui nasceva terzino, ma vedevo questa sua attitudine di giocare centrale. Bravo di testa, esplosivo e fenomenale nell’anticipare l’avversario. Non aveva la gamba per fare il terzino e da centrale era diventato davvero straordinario. Grande personalità e carismatico. Io l’ho solo indirizzato, dopo ha fatto tutto da solo, gli ho semplicemente consentito di giocare in una categoria superiore. Ci siamo spesso scontrati ai tempi della Casertana prima e Cavese poi, ma poi finiva lì. Avrebbe giocato ad occhi chiusi in serie B. Centrali difensivi come lui ce ne sono stati pochi».