Schira punge la Casertana: "Un errore affidare la panchina a Fontana. Per vincere serviva un timoniere esperto"

12.02.2019 14:35 di  TC Redazione   vedi letture
Nicolò Schira
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Nicolò Schira
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Nel corso di Zona Calcio speciale Casertana in onda lunedì su Stereo 5 Tv, è intervenuto Nicolò Schira, giornalista esperto di serie C e B della Gazzetta dello sport che ha fatto il punto della situazione nel gruppo C. “E’ un girone che vede il dominio della Juve Stabia che meritatamente è lanciata verso la B. Il campionato non è ancora chiuso perché ci sono ancora tante partite da giocare. Ma le vespe sono per me la mia favorita e avendo un bel vantaggio possono anche permettersi di gestire. Poi c’è tanta bagarre con formazioni che hanno investito molto in estate e che proveranno a salire in B attraverso i playoff. Una di queste è senza dubbio la Casertana ma anche il Catania che può ancora lottare per il podio. In estate avevo pronosticato un testa a testa Catania-Casertana per la promozione diretta con il Catanzaro outsider e Juve Stabia subito dopo. Invece la capolista ha meritato la vetta solitaria sbaragliando la concorrenza”.

Poi una frecciata all’ex allenatore della Casertana Fontana e anche al club: “La Juve Stabia è lassù ma qualcuno ha sbagliato qualcosa. Mi riferisco alla scelta di Fontana che arrivava da stagioni non proprio fortunate. A Castellammare grande girone di andata poi si è inabissato. A Cosenza via dopo un mese e alla fine i calabresi sono andati in B. Sinceramente non mi sembrava il tecnico che potesse guidare una fuoriserie come la Casertana. Sono state fatte scelte particolari e il rimpianto più grande è proprio legato al timoniere perché se fosse arrivato uno tipo Auteri o Tesser, un tecnico abituato a vincere, le pressioni, le aspettative di una piazza calda come è Caserta, sono certo che le cose sarebbero andate diversamente”.

Tanti infortuni per i rossoblù che inevitabilmente hanno influito sul finale del girone di ritorno. Schira però ribadisce il concetto: “Gli infortuni incidono ed è innegabile. La rosa però è forte e con un organico del genere le assenze non possono essere una scusa. Però ribadisco il concetto: serviva altro in panchina anche se non si fosse vinto subito. Un caso eclatante è Benevento che ha impiegato dodici anni per vincere ma almeno c’erano tutti tecnici esperti”.