L'ex D'Ottavio: "Per vincere serve programmare bene. Catania-Casertana? Per me è come un derby"

06.02.2019 14:30 di  Pasquale Gallo   vedi letture
Nicola D'Ottavio
Nicola D'Ottavio

Uno dei tanti doppi ex di Catania-Casertana è l’ex bomber Nicola D’Ottavio che è intervenuto in diretta su Stereo 5 Tv nel corso di Zona Calcio Speciale Casertana. Con lui si sono innanzitutto ricordati i bei tempi di quando indossava la maglia rossoblù e rossoazzurra.

“Catania-Casertana è una sfida del cuore. A Caserta sono stato benissimo nonostante non riuscimmo a centrare l’obiettivo stagionale. Arrivai con molti giocatori per vincere il campionato e poi ci dovemmo accontentare di salvarci semplicemente. Segnai quindici gol ma fu comunque un’esperienza molto positiva. A Catania meno dal punto di vista calcistico. Non fu un’annata positiva anche se in città mi trovavo molto bene. Domenica non potrò fare il tifo per nessuno perché entrambe fanno parte del mio passato. A Caserta ad esempio, legai molto con Giordano che poi ho ritrovato a Pescara quando abbiamo smesso di giocare. A Catania Beppe Scienza, oggi allenatore del Monopoli, con cui condivisi bei momenti”. Catania in lotta per il terzo posto, Casertana attualmente per il quinto. In estate erano le favorite per la B e invece oggi è la Juve Stabia che tocca con mano il traguardo. Il direttore esalta proprio l’operato delle vespe e rincuora i falchetti: “Nel calcio a distanza di tanti anni c’è sempre la stessa regola, vince chi programma bene. Non si può improvvisare nulla perché poi i risultati non arrivano e scoppiano le contestazioni. Un po’ come ha fatto la Juve Stabia che ha saputo inserire calciatori importanti in una rosa già ben collaudata. Per quanto riguarda la Casertana credo che potrà dire la sua nei playoff visto l’organico e il potenziale dei calciatori. Francamente spero davvero di poterla vedere lottare per la B”. Un calcio diverso rispetto a quello di trent’anni fa e D’Ottavio spiega il perché: “Ai miei tempi quando entravi in area di rigore avevi molta più difficoltà a fare gol dovendo sgomitare contro tutti con una marcatura a uomo che non ti faceva neppure respirare. Oggi sembrerebbe più semplice visti i tanti gol che si segnano, ma la verità è che è difficile sempre andare in rete. Il livello è basso? Lo dicevano anche negli anni ottanta. E’ un’impressione perché non è una regola che vale per tutti in ogni categoria. Ho visto squadre promosse dalla D che poi hanno rischiato di vincere anche la serie C. Ripeto ogni categoria ha un suo livello tecnico”.